Omicidio in Procura: prima parte


Omicidio in procura


Come al solito, ero in ritardo. Ormai l’orario era diventato un incubo, mai che riuscissi ad arrivare puntuale. Non sarebbe stato male se almeno quella mattina mi fossi sforzata di alzarmi al suono della sveglia. Arrivai trafelata all’ufficio, notai davanti alla procura uno stuolo d’auto: carabinieri, polizia, vigili, mancava l’esercito e poi eravamo a posto. Pensai: “ Forse avranno arrestato qualche boss mafioso.”.
Stavo per varcare la soglia della procura, quando un carabiniere, alto almeno 1,90, mi sbarrò la strada, dicendomi: “Guardi che lei non può passare!”
“Starà scherzando spero, io lavoro qui, poi sono una vigilessa, demandata per servizio a svolgere la mia attività in Procura”
Risposi con aria pomposa, neanche fossi stata il comandante dei vigili…
“Qui è stato commesso un delitto, nessuno può varcare la scena del crimine”.
Disse il carabiniere, con un eloquente sguardo che esprimeva un: “Ma chi se ne frega di chi sei”.
Lo fissai con un’aria sbalordita, quasi urlai:
“Cosa? Un delitto in Procura, com’è possibile?”
Il carramba smise di darmi delle risposte.
Mi guardai attorno, scorsi le facce delle mie colleghe, anche loro, con un’aria tra lo sbalordito e addolorato. Mi avvicinai a Maria Stella e le chiesi: “Sai qualcosa di più di questo delitto?”
“So solo che hanno ucciso una di noi”, rispose.
“Noooo? Chi? Come?” ripetei in successione. Orianna rispose: "sembra che sia stata assassinata Selene”.

Rimasi impassibile.

Ripensai alla collega con cui avevo parlato e riso, fino al giorno prima. Era addetta alla posta, rossa, con gli occhi verdi ed un sorriso aperto, dal carattere esuberante ed infantile. Separata da alcuni anni, sapevamo solo che viveva da sola, le più maligne spettegolavano, riferendo che mieteva conquiste, in quanto si concedeva facilmente.
Dopo un po’, si avvicinò un cancelliere, il quale c’informò che Selene era stata pugnalata, con un coltello da cucina, quelli che di solito si usano per tagliare la carne, lungo almeno venti centimetri; le era stato inferto un colpo netto, preciso, che le aveva reciso la giugulare, il corpo era stato trovato in un lago di sangue, interruppi la descrizione dell’uccisione, perché cominciai a sentire un rimescolio nella pancia, ed un conato di vomito che, per fortuna, si bloccò nella gola.
FLM

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