1 febbraio 1945: le donne possono Votare

Durante la Liberazione, le donne parteciparono attivamente alle azioni militari. Combatterono nella resistenza in modo anonimo, ma collettivo, in un attivismo non sorto improvvisamente, ma che aveva le sue radici nella resistenza sommersa e segreta instaurata durante il regime. Le donne non si limitarono dunque ad accogliere e sfamare i soldati che fuggivano, o i partigiani: bloccavano strade, portavano rifornimenti e imbracciavano il fucile. Fondarono i Gruppi di difesa della donna. Furono parte attiva negli scontri e morirono per difendere la patria, come i loro padri, come i loro mariti, come i loro figli..
Le partigiane combattenti riconosciute ufficialmente furono 3.500, ma di sicuro sono state molte di più. Altre 70mila aderirono ai Gruppi di difesa, mentre 4.563 furono arrestate, torturate, condannate; 623 morirono tramite fucilazione; 2.750 furono deportate in Germania.
Palmiro Togliatti nel 45, nel discorso alle donne dirà:
esse sono cadute per voi per la vostra emancipazione …hanno fornito alla nazione intera la prova che la donna italiana è capace di dare nelle file il contributo alla nuova Storia d’Italia…le donne italiane sapranno emanciparsi da ogni arretratezza e da tutte le servitù”.38
Molte furono le donne decorate con la medaglia d’oro.
Dopo la Liberazione, il tripudio delle donne che avevano così attivamente contribuito a conseguirla, era davvero grande. I gruppi di difesa della donna si trasformano in Unione Donne italiane, organizzazione che trascinò nell’entusiasmo tutte le regioni d’Italia. 

Su proposta di Palmiro Togliatti per il PCI e di Alcide De Gasperi per la DC, con firma di Umberto I di Savoia Il 1 febbraio del 45 il D.L. 23 fu firmata l'estensione per il diritto di voto alle donne, finalmente entrano a far parte della vita politica del paese, nei partiti nascono le sezioni femminili. Le donne maggiorenni quindi a 21 anni potevano votare, furono escluse inizialmente, ma ammesse nel 1946, le "meretrici" schedate cioè le donne che professavano la professione fuori dalla case di tolleranza.
Altra mancanza fu anche la non eleggibilità delle donne fu L'UDI (Unione Donne Italiane) a richiedere l'11 febbraio sempre del 1945 che venisse inclusa anche la loro elezione. La possibilità di essere elette verrà sancita ad un anno di distanza, 10 marzo 1946, per le donne che avessero già compiuto il 25esimo anno di età.
Nelle elezioni del 46 furono elette 2.000 consigliere comunali, numerose assessore e qualche sindaca.


FLM
(estratto dalla mia tesi Tremate tremate le streghe sono tornate,  la sfida delle femministe italiane alla politica degli anni 70)


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