Auguri Alda

Auguri Alda


di certo adesso non sei all'inferno, quello lo hai vissuto quando eri in vita, sei tra gli angeli con la sigaretta in bocca e appunti sulle nuvole i pensieri che accavallano la tua mente, come prima che li scrivevi sui muri della tua casa. 
Sei nata in un giorno di primavera e non poteva essere altrimenti, hai amato la vita, tutta, nella dolcezza, nell'amarezza, nel dolore, nella rabbia , nella gloria e nell'amore di chi ha saputo scavare nella tua anima, non folle, quello lo eri per chi non sapeva leggere e amare le tante donne che erano in te.


Sono nata il ventuno a primavera

 ma non sapevo che nascere folle, 

aprire le zolle potesse scatenar tempesta. 

Così Proserpina lieve vede piovere sulle erbe 

sui grossi frumenti gentili e piange sempre la sera.

 Forse è la sua preghiera.


Vi ripropongo un mio vecchio post sulla poetessa dei Navigli.


Una tortora di nome Alda Merini

Amo le poesie di Alda Merini come penso tante di voi che leggeranno questo post, ciò che trovo più interessante è la sua vita, la sua lucida follia che si tramuta in parole cariche di immagini e suoni attinti dalla sua realtà tragica e si tramutano in vibranti parole nelle sue poesie. Chi legge le sue poesie ignorando la sua vita, penserà che ella sia una poetessa soltanto, ma in lei ritroviamo quella carica che solo le donne che vivono intensamente possono trovare e tramutare in parole. Senza la follia Alda Merini avrebbe saputo trasmettere con le stessa intensità le sue parole poetiche? Chissà forse si, ma anche no, certe espressioni sarebbe state più composte, chiuse nei rigidi schemi poetici, invece le sue parole sono espressione di una mente libera, di una tortora o di una bambina la cui ingenuità permane per sempre nell'animo. Alda Merini è nata il 21 marzo del 1931, cominciò a scrivere prestissimo a 16 anni e trovò subito in Giorgio Manganelli il suo "maestro di stile". Fu apprezzata ed ebbe una splendida amicizia con Salvatore Quasimodo il quale pubblicò anche diverse sue poesie nella sua antologia "Poesie italiane nel dopogurra". Alda si sposò nel 1953 ed ebbè subito due figlie, ma iniziarono presto i suoi primi disagi mentali, alla fine nel 1965 il marito la fece internare in un manicomio dove vi rimmarrà fino al 1972 e durante questi anni partorì altre due figlie. Dopo l'esperienza devastante del manicomio, riuscirà a sopravvivere ai sorprusi, grazie alle visite del marito, ed, alla sua forte volontà ed istinto di sopravvivenza. Dal 1979 riprende la sua produzione letteraria, non quella di scrivere che l'aveva continuata anche in manicomio e i cui molti testi furono raccolti dal dottore G. che l'ebbe in cura per un certo periodo. Fra le sue tante opere ricordiamo: "Testamento", "Vuoto D'amore", "L'anima innamorata", "Terra Santa".... Voglio ricordarla con queste sue parole: "L'uomo è socialmente cattivo, un cattivo soggetto. E quando trova una tortora , qualcuno che parla troppo piano, qualcuno che piange, gli butta addosso le proprie colpe, e, così, nascono i pazzi. Perchè la pazzia amici miei, non esiste. Esiste soltanto nei riflessi onirici del sonno e, in quel terrore che abbiamo tutti, inventerato, di perdere la nostra ragione." Alda Merini ci ha lasciati il 1 novembre del 2009. L'anno precedente era stata ospite al festivaletteratura di Mantova pr un evento a lei dedicato. 
(Le notizie biografiche sono tratte dal libro: "Diario di una diversa" scritto dalla poetessa.)















A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, 
matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra

e innalzi il tuo canto d'amore.


Accarezzami, amore,
ma come il sole
che tocca la dolce fronte della luna.
Non venirmi a molestare anche tu
con quelle sciocche ricerche
sulle tracce del divino.
Dio arriverà all'alba
se io sarò tra le tue braccia.

Superba è la notte
La cosa più superba è la notte
quando cadono gli ultimi spaventi
e l'anima si getta all'avventura.
Lui tace nel tuo grembo
come riassorbito dal sangue
che finalmente si colora di Dio
e tu preghi che taccia per sempre
per non sentirlo come rigoglio fisso
fin dentro le pareti.

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